Avvertenze - i pericoli

Questa guida descrive sentieri di media montagna presenti in una zona con dislivelli abbastanza limitati (prevalentemente tra i 1400 e i 1800 metri), quindi si tratta di una situazione decisamente benigna, perché pericoli che su altre montagne provocano la maggior parte degli incidenti, quali la possibilità di precipitare oppure quella di essere travolti da una frana o, in inverno, da una slavina, sono pressoché assenti. Occorre comunque fare attenzione ad alcuni possibili inconvenienti che possono comunque rovinare il piacere di una bella escursione, e che, sia pure in casi rarissimi ed estremi, possono provocare reale pericolo di vita.

Prima di tutto, una piccola raccomandazione generale: portate con voi il telefono cellulare. L'area descritta in questa guida è scarsamente coperta dagli operatori di telefonia mobile (le aree coperte meglio sono quelle intorno a Livata e Campaegli, quelle coperte peggio sono le valli centrali come Valle Maiura, Valle di Monte Autore, eccetera), quindi in caso di problemi non sempre sarà possibile chiedere soccorsi, ma avere una probabilità di farlo è sempre meglio di niente. Ricordate che il numero di emergenza "112" può essere chiamato anche se avete una scheda di un operatore GSM diverso da quello che ricevete, e addirittura può essere chiamato senza scheda. Nei punti più alti delle montagne si potrà invece avere difficoltà a comunicare a causa dei troppi segnali ricevuti, che interferiscono tra loro. In questo caso l'accorgimento è di scendere leggermente da un lato oppure dall'altro della montagna, in modo da usare la montagna per schermare parte dei segnali interferenti. La soluzione di "massima sicurezza" sarebbe quella di dotarsi di un telefono portatile satellitare, che ha copertura pressoché ovunque, ma i costi di questi apparati (diverse centinaia di Euro) sono ancora un po' alti per un uso occasionale come questo.

Passiamo ora ad elencare i principali inconvenienti e pericoli in ordine di probabilità che essi si verifichino, dai più frequenti ai meno frequenti. Fortunatamente gli inconvenienti più frequenti sono anche quelli che più difficilmente provocano un reale pericolo di vita.

Il problema che è certamente più facile incontrare è la mutevolezza delle condizioni meteorologiche, tipico di tutte le zone di montagna. Nel giro di pochi minuti una splendida giornata di sole può tramutarsi in una giornata di tempo pessimo, con pioggia, grandine, neve in inverno, vento e scarsa visibilità.

Naturalmente, prima di partire per una escursione, è bene informarsi sulle condizioni meteorologiche previste. Questo però non sempre è sufficiente: in montagna il tempo può cambiare rapidamente anche a dispetto di qualsiasi previsione. La migliore precauzione rispetto a questo problema è di curare l'abbigliamento portando con sé nello zaino quanto potrebbe servire (vedere sezione dedicata su questa guida) per proteggersi dalla pioggia, dal vento, e dal freddo. Così facendo gran parte del problema è risolto, salvo due aspetti: l'eventualità che vi siano nuvole alla stessa quota dove ci si trova, che dà luogo ad una fitta nebbia e quindi a problemi di orientamento, e quella di trovarsi nel bel mezzo di un temporale, con fulmini che cadono tutto intorno. Di questi problemi, per fortuna meno frequenti, riparleremo in seguito.

L'inconveniente più frequente dopo le condizioni del tempo è l'eventualità di perdersi. Su queste montagne la segnaletica dei sentieri non è certo curata come altrove (vedere sezione "Segnaletica sui sentieri"), quindi la possibilità di sbagliare sentiero se non proprio di perdersi è tutt'altro che remota. Anche se non si sbaglia sentiero, la sensazione di incertezza che si prova quando non si è sicuri di essere sul giusto percorso è comunque fastidiosa, e in parte rovina il piacere dell'escursione.

Per evitare o comunque ridurre al minimo il rischio di perdere l'orientamento è indispensabile dotarsi di una buona carta e studiarla con attenzione ancor prima di partire. Rimandiamo alla sezione "Carte e orientamento" in questa guida per informazioni sulle carte disponibili, e alla sezione "Prepararsi sulla carta" per quanto riguarda il loro utilizzo sia prima che durante l'escursione. Portate inoltre con voi la descrizione presente su questa guida dei sentieri che intendete percorrere. Tutte le descrizioni includono numerose indicazioni che possono essere utili in caso di dubbio e che non sono presenti sulle carte: presenza di massi o di alberi particolari, segnalazioni visibili su di essi, caratteristiche del fondo (più o meno ampio o battuto), bivi, eccetera. Il massimo per non perdersi è dotarsi di un ricevitore GPS, per il quale rimandiamo alla sezione "Il GPS e suo uso escursionistico" in questa guida.

Il terzo problema in ordine di frequenza può essere la disidratazione, specialmente in estate. Su questo non c'è molto da dire: occorre prevenirlo portando con sé la quantità di acqua necessaria, e qualora non bastasse occorre rifornirsi nei pochi punti ove se ne trova. Vedere le sezioni "Abbigliamento e attrezzature" e "Prepararsi sulla carta" in proposito.

Un altro problema che si può porre è quello di trovarsi in condizioni di scarsa visibilità, a causa delle nuvole a livello del suolo (problema già menzionato a proposito delle condizioni meteorologiche) oppure perché è scesa l'oscurità.

Per l'oscurità, la cosa migliore sarebbe prevenire il problema programmando con attenzione i tempi, e non esitando a rivedere i programmi laddove i tempi di percorrenza si rivelassero superiori a quanto previsto. Rimandiamo alle sezioni "Prepararsi sulla carta" e "Scegliere il percorso" per suggerimenti in merito. Comunque, quando l'oscurità è scesa o la visibilità è scarsa a causa delle nuvole, si è ormai in gioco e bisogna cavarsela. Innanzitutto, niente panico: la mancanza di visibilità dà l'impressione che ci possano essere chissà quali pericoli tutto intorno, che non possiamo vedere, ma in realtà non c'è nulla di più di quello che c'è di solito, cioè prati, alberi, sentieri, docili animali al pascolo e timidi animali selvatici che si tengono alla larga da noi. Se si è in qualche modo valutato il rischio dell'oscurità e si è portata una torcia elettrica, questa potrà certamente essere utile per vedere almeno nelle immediate vicinanze ed evitare di mettere un piede in fallo. Per l'orientamento, non potendo basarsi su ciò che si vede (o meglio, non si vede) intorno, diventa necessaria la bussola (per almeno individuare la direzione), o, ancor meglio, il ricevitore GPS. In assenza di questi strumenti, bisogna cavarsela cercando di utilizzare al meglio la carta utilizzando come riferimento i pochi elementi visibili intorno a sé.

Il pericolo successivo da considerare (e qui andiamo davvero nel campo dei pericoli mortali uscendo da quello dei semplici inconvenienti) è quello dei fulmini durante un temporale. Se ci si trova in questa situazione i fulmini possono costituire un serio pericolo, se non si seguono alcuni accorgimenti. Tutti sanno che non bisogna ripararsi sotto un albero durante un temporale, ma quando si è nel bel mezzo di un bosco e gli alberi sono ovunque, che cosa bisogna fare?

Innanzitutto occorre evitare di esporsi alla scarica diretta, cioè che il fulmine colpisca direttamente la persona. I fulmini tendono a cadere nei punti più alti, quindi bisogna evitare che il punto più alto siamo proprio noi: quindi, scendere subito dai punti più elevati (vette e crinali) ed evitare gli spazi aperti.

Dopo essersi posti al riparo dalla scarica diretta, bisogna preoccuparsi di evitare quella indiretta, cioè che il fulmine colpisca qualcosa vicino a noi (un albero, il terreno, ecc.), e noi si sia investiti dall'energia che si disperde a raggiera tutto intorno al punto di caduta del fulmine.

Nel punto di caduta del fulmine c'è una tensione elettrica altissima, che diminuisce man mano che ci si allontana dal punto di impatto. Quindi, se per esempio tocchiamo il terreno in due punti (tipicamente, i piedi compiendo un passo), un piede si potrà trovare più vicino al punto di caduta, e quindi sarà sottoposto ad una certa tensione elettrica, mentre l'altro si potrà trovare un po' più lontano, e quindi sarà soggetto ad una tensione elettrica più bassa. Essendoci dunque una differenza di tensione tra i due piedi (la cosiddetta "tensione di passo"), una corrente elettrica attraverserà il nostro corpo, entrando da un piede ed uscendo dall'altro.

Per limitare gli effetti della scarica indiretta bisogna quindi mantenere più bassa possibile la tensione di passo (ad esempio, stando a piedi uniti), e, ancor di più, evitare che altre parti del corpo possano essere soggette a tensione. Ad esempio, se la tensione di passo si manifesta tra un piede ed una mano, ciò è molto più pericoloso che tra i due piedi, perché la corrente va ad investire direttamente il cuore, quindi il rischio di un blocco cardiaco aumenta considerevolmente.

Da questo conseguono alcuni semplici regole per difendersi dalla scarica indiretta. In generale, tenersi lontani dai probabili punti di caduta di un fulmine (punti elevati, alberi isolati, ecc.), ed evitare che il proprio corpo tocchi il terreno o gli oggetti circostanti (rocce, alberi) in più punti. Trovare riparo in un bosco fitto, mai sotto un albero isolato. Anche nel bosco, cercare un punto dove gli alberi sono più bassi, perché il fulmine colpirà probabilmente quelli più alti, più distanti. Non camminare, e restare invece accovacciati e a piedi uniti. L'unico punto di contatto con l'ambiente circostante devono essere i piedi (uniti), quindi non toccare, e anzi mantenersi a distanza da alberi, rocce, costruzioni, altre persone. Se possibile, isolare elettricamente i piedi dal terreno, frapponendo ad esempio del legno. Seguire le stesse regole anche quando si trova riparo in una grotta o in una qualche costruzione, cioè tenersi al centro dello spazio disponibile, lontani dall'ingresso come dalle pareti, restando accovacciati a piedi uniti. Infine è opportuno togliersi tutti gli oggetti metallici a contatto della pelle (anelli, collanine, orologi, ecc.): non attirano i fulmini, ma possono provocare bruciature, e quindi è meglio riporli nello zaino.

L'ultimo pericolo che prendiamo in esame è quello delle vipere. Merita l'ultimo posto perché è assai raro incontrarne una su questi sentieri, e del tutto improbabile subirne il morso. Premettiamo che il morso della vipera non è paragonabile a quello di altri serpenti velenosi: una persona sana e robusta può resistere agli effetti del veleno per ore anche senza soccorso. E comunque la probabilità di essere morsi può essere veramente minima se si seguono alcuni semplici accorgimenti. La vipera attacca solo se si sente minacciata, e normalmente, se può, fugge all'avvicinarsi dell'uomo, di cui avverte la presenza con largo anticipo perché percepisce molto bene le vibrazioni del terreno. Quindi, conviene "segnalare" la propria presenza ad eventuali vipere procedendo con passo pesante e battendo il terreno con un bastone. Questo aiuta la vipera ad allontanarsi e al contempo noi a non vederla nemmeno. E' bene guardare sempre il terreno davanti ai propri piedi mentre si cammina, per evitare di mettere inavvertitamente un piede su una vipera, che in tal caso si sentirebbe attaccata e reagirebbe. Fare attenzione specialmente quando si attraversano luoghi assolati, che sono quelli prediletti dalle vipere.