Metodologia di descrizione

Una rete di sentieri è, appunto, una rete, cioè una cosa che può essere descritta in base ai nodi e agli archi che la compongono. I nodi sono i punti notevoli che si incontrano sul percorso (punti di riferimento, bivi, vette di montagne, ecc.), mentre gli archi sono tratti di sentiero che collegano un nodo all'altro. In altre parole, i nodi sono i principali punti di passaggio, gli archi sono i tratti di cammino con cui si va da un punto al successivo.

Per descrivere il percorso di un sentiero, basta descrivere la sequenza di nodi e di archi che compongono il sentiero stesso.

Quando poi si percorre realmente il sentiero, il problema è riconoscere sul territorio esattamente i nodi e gli archi descritti nella guida, ed evitare di prendere direzioni differenti. Per mantenere l'orientamento, è fondamentale verificare continuamente la posizione dove ci si trova realmente rispetto a quella desiderata.

Da questo punto di vista, l'uso del GPS è il massimo. Ma se non si usa il GPS, servono due elementi indispensabili: una buona carta; e una buona guida dei sentieri, che aiuti a riconoscere ciò che si vede sul territorio e ricondurlo ad un punto preciso sulla carta.

Per la carta, raccomando di dotarsi di quelle consigliate nelle sezioni dedicate a questo tema. Per la guida dei sentieri, ho cercato di mettere in queste descrizioni tutti gli elementi che ritenevo utili, anche dilungandomi su dettagli che qualcuno potrebbe giudicare esagerati.

Per distinguere i nodi senza ambiguità, è stato innanzitutto introdotto un metodo di identificazione dei nodi, basato sulle loro coordinate UTM. Poiché sicuramente non tutti hanno familiarità con questo modo di definire le posizioni sulla terra, apro una piccola parentesi per spiegare che cosa sono e come si usano.

Tutti probabilmente sanno che per individuare un punto sulla terra, oppure su una carta che ne rappresenta una porzione, si può fare uso delle coordinate geografiche (latitudine, longitudine, e, se serve, altitudine). La latitudine esprime la distanza angolare del punto rispetto al piano equatoriale terrestre, mentre la longitudine è la distanza angolare del punto rispetto al meridiano di Greenwich. L'altitudine si misura rispetto al livello medio del mare. Date latitudine e longitudine, il corrispondente punto sulla carta si trova un po' come al gioco della battaglia navale: nelle nostre zone, avendo posto la carta con il Nord in alto, la latitudine esprime lo spostamento dal basso verso l'altro, la longitudine quello da sinistra verso destra.

Le coordinate geografiche tuttavia non sono comodissime, anzi, sono alquanto scomode. Innanzitutto, la divisione del grado in primi e secondi è sempre laboriosa e foriera di ambiguità ed errori. Inoltre, sulle carte IGMI consigliate, il reticolo riportato sulla carta (cioè la "quadrettatura" per la "battaglia navale") non è quello delle coordinate geografiche, bensì quello delle coordinate UTM.

UTM sta per Universal Transverse Mercator. Si tratta di una rappresentazione particolare delle coordinate, detta appunto "Universale Trasversa di Mercatore". Il principio è molto semplice: anziché misurare angoli (e lottare con gradi, primi, e secondi) le coordinate UTM misurano distanze, in metri, in direzione Est e in direzione Nord rispetto a due linee perpendicolari di riferimento. Sulle carte IGMI consigliate è riportata una griglia UTM con passo di un chilometro, e, ai lati della carta, ci sono i numeri che designano ciascuna linea della griglia.

Per definire le coordinate UTM, la Terra è stata divisa in 60 "spicchi", detti zone, lungo le linee dei meridiani. Ciascuna zona ha un'ampiezza di 6 gradi di longitudine, e si estende da 84 gradi di latitudine Nord a 80 gradi di latitudine Sud. Le zone sono numerate a partire dal meridiano 180 gradi (quello opposto a Greenwich), procedendo verso Est. Il meridiano di Greenwich risulta quindi essere il confine tra la zona 30 e la zona 31. L'area coperta da questa guida, avendo longitudine intorno ai 13 gradi Est, si trova nella zona 33, che inizia a 12 e termina a 18 gradi di longitudine Est. Nell'emisfero Nord, la linea di riferimento per misurare le distanze in direzione Nord è l'equatore, quindi la coordinata UTM Nord misura la distanza in metri dall'equatore. La linea di riferimento per misurare la coordinata UTM Est è una linea artificiale posta parallelamente e a 500.000 metri ad Ovest del meridiano centrale della zona. Nel caso della zona 33, il meridiano centrale è 15 gradi Est, e tutti i suoi punti hanno quindi coordinata UTM Est 500000.

Un'altra comodità delle coordinate UTM è la possibilità di essere abbreviate a piacere, secondo le necessità. Vediamo come.

Consideriamo la porzione di carta qui sotto.

La coordinata UTM completa di un punto preso a caso, con risoluzione fino al millimetro (!), potrebbe essere la seguente:

Zona 33, 346253.778E 4650322.234N

Innanzitutto, l'indicazione di zona 33 è facoltativa: se non ci sono ambiguità, può essere omessa.

In secondo luogo, si può notare che le indicazioni sulle linee della griglia sono fatte con cifre più grandi e più piccole. Le cifre più grandi sono dette "cifre principali", e, come si vede, avanzano di chilometro in chilometro. Essendo due cifre, esse rappresentano i chilometri e le decine di chilometri. Le altre cifre quindi rappresentano le centinaia di chilometri. Se nella zona che si considera ciò non dà luogo ad ambiguità, è consentito rappresentare solo le cifre principali, omettendo le altre.

Quindi, le coordinate UTM di cui sopra potrebbero essere abbreviate così:

46253.778E 50322.234N

Ma si può abbreviare ancora. Se non c'è bisogno di spingere la risoluzione fino ai millimetri, si possono anche omettere le cifre meno significative, fino al livello di risoluzione richiesto. L'unica regola da rispettare è di farlo in egual misura su entrambe le coordinate, in maniera da avere sempre lo stesso numero di cifre per la coordinata Est come per quella Nord. Avendo lo stesso numero di cifre, è anche possibile eliminare le indicazioni "E" e "N" (superflue), e giustapporre le due coordinate. Ad esempio, se si vuole una risoluzione di 100 metri, le coordinate UTM abbreviate sarebbero:

462 503

oppure, giustapponendole:

462503

Con la giustapposizione non si corre il rischio di confondere la separazione tra coordinata Est e coordinata Nord, perché, con il vincolo del numero di cifre uguali, la divisione non può che essere al centro.

In questa guida sono state applicate le seguenti regole di abbreviazione.

Le indicazioni di zona e le cifre diverse da quelle principali, che in tutta l'area assumono sempre lo stesso valore (zona 33, 3E, 46N come in questo esempio), non danno luogo ad ambiguità e quindi sono state sempre omesse.

Per quanto riguarda la risoluzione, sono stati utilizzati due livelli: un chilometro e 10 metri.

La risoluzione di un chilometro è utilizzata quando si vuole solo individuare un riquadro UTM di un chilometro per un chilometro. In questo caso è stata applicata la giustapposizione. Nell'esempio di cui sopra, il punto appartiene al riquadro 4650. Nella carta sopra riportata a titolo di esempio, è anche visibile per intero il riquadro 4750, e, in piccola parte, i riquadri 4549, 4550, 4551, 4649, 4651, 4749, 4751, 4849, 4850, 4851.

La risoluzione di 10 metri è stata utilizzata per indicare i punti notevoli (nodi) dei percorsi. Qui ho preferito non applicare la giustapposizione, lasciando sempre almeno uno spazio di separazione tra coordinata Est e coordinata Nord della coordinata, per maggior chiarezza. Quindi, il punto utilizzato come esempio sarà indicato come 4625 5032, e non come 46255032.

Dopo aver introdotto l'utilizzo delle coordinate UTM, torniamo alla metodologia con la quale i sentieri sono descritti, sulla base dei nodi e degli archi che lo compongono.

Ciascun nodo è distinto da una sigla, ad esempio:

4348A

Questa sigla è fatta di tre parti. Le prime due cifre (43) indicano la coordinata "Est" UTM in chilometri (decine e unità). Vengono eliminate le cifre troppo significative (centinaia di chilometri), di cui non c'è bisogno perché, come detto, in tutta l'area coperta da questa guida esse non cambiano, e le cifre meno significative (dalle centinaia di metri in giù). Le successive due cifre (48) sono analoghe, ma relative alla coordinata "Nord" UTM. In pratica, le prime quattro cifre vanno ad identificare un riquadro di 1 km per 1 km del reticolato UTM, all'interno del quale il nodo si trova. L'ultimo carattere è una lettera, che serve a distinguere il nodo considerato rispetto ad altri eventuali nodi presenti nello stesso riquadro 4348, che saranno invece indicati con una lettera differente (es. 4348B, 4348C, eccetera).

Per ritrovare poi ciascun nodo sulla carta, è stata ideata una tavola dei nodi. Nella tavola, per ciascun nodo sono indicate le seguenti informazioni:

  • sigla identificativa (es. 4843A);
  • coordinate UTM (con risoluzione ai 10 metri);
  • altitudine in metri (con risoluzione ai 10 metri);
  • coordinate geografiche corrispondenti (con risoluzione ai centesimi di primo);
  • una breve descrizione (es. bivio, radura, vetta di un monte, ecc.);
  • per i nodi più rilevanti, una foto e dettagli su quello che si dovrebbe vedere intorno, utili durante il percorso per riconoscere se si è effettivamente raggiunto il nodo desiderato o no.
  • Prima di percorrere un sentiero, sarà consigliabile ritrovarne il tracciato sulla carta. Per questo, nella descrizione di un sentiero sono sempre indicati tutti i nodi che vengono toccati durante il percorso, utilizzando la relativa sigla di identificazione. Per ritrovare un nodo sulla carta a partire dalla sua sigla identificativa, occorre innanzitutto individuare il relativo riquadro UTM di 1 km per 1 km, e per questo basta guardare le quattro cifre della sigla. Ad esempio, per ritrovare il nodo 4348A, bisogna trovare il riquadro 4348. In pochi attimi, osservando i riferimenti UTM sulla carta, l'attenzione cadrà sul riquadro giusto.

    Gentile concessione M. Capozza

    Successivamente, dalla tavola dei nodi si individueranno le coordinate UTM precise. Ad esempio, per il punto 4348A le coordinate UTM precise sono 4346 4860. Quindi per trovare il punto esatto sulla carta, occorre spostarsi dall'angolo in basso a sinistra del riquadro 4348 di 460 metri verso destra (il "46" della coordinata 4346), e di 600 metri verso l'alto (il "60" della coordinata 4860). Per fare questo, basta tenere conto che la carta è in scala 1:25000, quindi ogni millimetro sulla carta corrisponde a 25 metri sul territorio. Oppure ci si può aiutare con il coordinatometro presente al lato della carta, dove ogni "tacca" corrisponde a 20 metri sul territorio. Il coordinatometro qui sotto è bruttino, ma ha il vantaggio di essere già inclinato secondo il reticolo UTM della zona, per lavorare sulle carte elettroniche che ho ricavato passando allo scanner le carte IGMI.

    Gentile concessione M. Capozza

    Così facendo, si troverà il punto esatto sulla carta, con una approssimazione dell'ordine di dieci - venti metri. L'operazione andrà ripetuta per tutti i nodi toccati dal sentiero.

    Gentile concessione M. Capozza
    Una volta individuati i nodi sulla carta, si potranno tracciare gli archi tra un nodo e l'altro. In molti casi, il tracciato è già indicato sulla carta, con simboli standard riportati in legenda (ad esempio, linea tratteggiata per un sentiero, linea interrotta da punti per una mulattiera, eccetera). Quando il tracciato non è indicato sulla carta, lo si può intuire dalla descrizione del sentiero e dalle linee di livello (ad esempio, se nella descrizione si dice "proseguire in leggera discesa lungo la valle", è facile individuare sulla carta il tracciato della valle osservando le linee di livello).

    Per ciascun sentiero sono anche indicati i tempi di percorrenza previsti, in entrambe le direzioni. Detti tempi sono dati per puro riferimento, perché il tempo di percorrenza reale dipende dal passo che si tiene. Il calcolo del tempo di percorrenza è fatto sulla base di un modello abbastanza "rilassato", che non richiede cioè un passo da atleta. Il modello è basato sulle seguenti assunzioni:

  • in piano o in discesa, l'escursionista cammina a una velocità media di 4 km/h;
  • in leggera salita (fino al 10% di pendenza), l'andatura scende a 3 km/h;
  • in forte salita (oltre il 10% di pendenza), l'andatura è di 300 metri di dislivello per ora.
  • Dopo aver percorso qualche sentiero, ciascuno potrà capire se e quanto la propria andatura si discosti da questo modello teorico.